Fuori c’è il Mondo

Ho sempre sostenuto che i bambini appartengono a loro stessi, prima, e subito dopo al mondo. Sicuramente non a noi genitori, non a noi adulti. Ecco da dove nasce l’indispensabile bisogno di conoscere da subito il mondo circostante. Il nostro bellissimo nido che quotidianamente ci accoglie, esattamente come le nostre bellissime case, sono il nostro porto sicuro cui tornare sempre, ogni volta ne sentiamo il bisogno, ogni volta dobbiamo riposare e ritrovare le energie.

Ma fuori c’è il mondo.

Parlo del mondo quello vero, non quello ovattato che ostinatamente gli costruiamo attorno.

Quello da cui ci siamo allontanati senza rendercene conto allontanando anche loro.

Quello pericoloso si, ma colmo d’avventure, perché se io lo esploro avrò padronanza dei pericoli.

Quello colorato al naturale, senza filtri ma traboccante di sfumature.

Quello complicato perché fatto di tortuose salite e discese

Quello con il sole e con la pioggia, magari insieme, o con la nebbia, non importa sempre mondo da conoscere è.

Un mondo che ci aspetta, che brama nel farsi vedere in tutta la sua bellezza. Abbiamo solo bisogno di uno sguardo nuovo, uno sguardo attento, sostenibile, discreto, rispettoso e delicato. Esattamente lo sguardo di un bambino. Non abbiate allora paura di incontrarlo, ma anzi, siate voi adulti le spugne che apprendono.

Imparate da quello sguardo meravigliato davanti alla disarmante semplicità delle cose.

Imparate a camminare, il segreto è solo iniziare, un passo dopo l’altro.

Imparate a fermarvi senza aver fretta e troverete solo bellezza che vi circonda.

I bambini la strada la conoscono,

lasciatevi contagiare,

fidatevi,

lasciatevi guidare

perché fuori c’è il mondo.

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